La potatura facile delle ortensie in 10 passi

La potatura facile delle ortensie in 10 passi

La potatura facile delle ortensie in 10 passi


Come si potano le ortensie? Parliamo di cespugli tra i più amati e facili da coltivare, eppure il loro sfoltimento mette in crisi persino i pollici verdi. Infatti, quando vengono potate male le idrangee – questo il loro nome botanico – non fioriscono. L’operazione non è affatto complicata, ma è fondamentale agire con precisione. Per fare chiarezza sul come procedere abbiamo chiesto consiglio a Rita Paoli, già vivaista specializzata nella coltivazione di queste piante, nonché autrice del recente manuale Ortensie insieme con Alberta Ballati e Valeria Galgani (Edagricole 2022).

1. Qual è il momento giusto per potare le ortensie?

“Attendiamo che sia passato il rischio di gelo, quindi non potiamo quando le temperature sono prossime allo zero e nemmeno quando il clima è mite se c’è l’eventualità che possano ancora verificarsi gelate tardive, perché le temperature sottozero potrebbero danneggiare la pianta penetrando nei tessuti vegetali attraverso i tagli. Nel Sud Italia, dunque, si può già procedere con la potatura in gennaio, mentre al Centro è bene aspettare i primi di febbraio e al Nord e in montagna è consigliabile attendere la fine del mese o addirittura i primi di marzo“, spiega l’esperta. In febbraio, inoltre, le gemme sono già ben sviluppate, perciò risulta facile distinguere tra quelle rigonfie e tondeggianti – che daranno sicuramente dei fiori – e quelle di forma più allungata, da cui cresceranno rami verdi.

2. Dividiamo le ortensie in due gruppi

Esistono 180 specie di ortensie in natura, più migliaia di varietà create dall’uomo. Per parlare di potature, tuttavia, si può semplificare dividendo le idrangee in due categorie. “Il primo gruppo comprende le piante che fioriscono a partire da giugno sui rami vecchi, cioè quelli cresciuti nell’estate precedente. Di questo primo gruppo fanno parte le comuni ortensie “a palla”, cioè Hydrangea macrophylla, ma anche H. serrata, più piccole rispetto alle prime, con rami sottili e foglie allungate, e ancora H. aspera, con grandi foglie vellutate. Queste sono le ortensie a cui prestare più attenzione, perché se eliminiamo erroneamente i rami con le gemme più grosse i cespugli non fioriscono.

Hydrangea macrophylla

Hydrangea macrophylla 

Del secondo gruppo fanno invece parte le varietà che sbocciano a partire da luglio sui rami nuovi, quelli nati in primavera; tra esse, H. arborescens e H. paniculata, in grado di fiorire anche quando vengono potate drasticamente”, spiega Rita Paoli. Fondamentale, dunque, conservare l’etichetta con il nome della pianta per capire a quale gruppo di potatura appartiene la nostra ortensia. Ciò premesso, se abbiamo spazio per farle crescere, possiamo anche decidere di non potarle mai: “Le ortensie non potate vivono bene lo stesso, ma danno fiori più piccoli e numerosi”.

3. Come si potano le ortensie classiche

Per le varietà del primo gruppo, tra cui le idrangee più classiche, da coltivare in ombra o a mezz’ombra, si procede così. “Afferriamo i fiori secchi con una mano e recidiamo il ramo che li sorregge uno o due centimetri sopra la coppia di gemme più grosse, rotonde e ben rigonfie. Poi eliminano fin dall’attaccatura metà dei rami più vecchi e legnosi, riconoscibili dalla corteccia rugosa, per ringiovanire il cespuglio facendo nascere nuovi rami dal terreno. Il resto non si tocca”, raccomanda la vivaista.

Hydrangea arborescens

Hydrangea arborescens 

4. Come comportarsi con le ortensie da pieno sole

Tra le ortensie del secondo gruppo, che fioriscono sui rami nuovi, ci sono le varietà di Hydrangea arborescens, come la famosa ‘Annabelle’, che forma grandi nuvole bianche in estate, oppure H. paniculata, con grappoli di fiori a forma di pannocchia conica. Queste ortensie sono anche note come idrangee da sole, perché richiedono una esposizione diretta ai raggi solari per almeno mezza giornata. “In qualsiasi modo vengano potate, queste ortensie riescono a fiorire. Per avere piante robuste, eliminiamo i rami spezzati o visibilmente secchi, poi sfoltiamo qualcuno dei rami più vecchi, marroni, infine accorciamo tutti gli altri rami recidendoli sopra la terza o la quarta coppia di gemme, contandole a partire dal basso”, afferma Paoli.

5. Come trattare l’ortensia a foglia di quercia

Le Hydrangea quercifolia, o ortensie a foglia di quercia, si riconoscono come dice il nome per le foglie, crescono al sole e producono grandi pannocchie bianche in estate. Sono piante scenografiche che si colorano di rosso in autunno e spesso mantengono le foglie fino all’inverno. “Hanno i rami contorti dalla corteccia rossiccia, belli anche in inverno, quindi conviene non potarle; è sufficiente eliminare i fiori secchi. Se dobbiamo contenerne le dimensioni, recidiamo i rami che ci danno fastidio per ridare forma alla pianta a fine inverno”, dice la vivaista. Anche per le ortensie rampicanti, come H. petiolaris, vale la stessa regola: meno si tocca meglio è, eliminando solo il secco.

Hydrangea quercifolia Harmony

Hydrangea quercifolia Harmony 

6. In giugno, accorciamo i rami più “prepotenti”

Parlando delle ortensie classiche, accade spesso che in giugno, nel momento del pieno splendore, alcuni rami nuovi e molto vigorosi crescano più degli altri sovrastando i fiori, specialmente su terreni umidi e ben concimati. “Questi getti si possono spuntare riportando la loro altezza al di sotto di quella dei fiori, per ridare forma alla pianta”, assicura l’esperta. “Dai rami potati si possono riprodurre nuove piante; tagliamo dei segmenti con due nodi (i punti in cui si attaccano le foglie), togliamo la coppia di foglie inferiori e infiliamo la talea in un buon terriccio. Poi mettiamo il vaso all’ombra e innaffiamo tutti i giorni”.

7.  La rimonda estiva: la più utile di tutte

“A tutti dispiace potare le ortensie quando sono ancora belle, eppure la potatura che si fa in luglio e agosto è quella più efficace, la preferita dai vivaisti perché assicura piante dalla forma armoniosa e compatta, sicuramente fiorite ogni anno. Alla luce delle estati sempre più calde e siccitose, inoltre, questa potatura estiva riduce la traspirazione della pianta ed evita che il cespuglio soccomba a colpi di calore e mancanza d’acqua”. Si interviene quando le infiorescenze hanno perso i colori vivaci, anche se sono ancora belle. “Recidiamo tutti i rami fioriti all’altezza desiderata, dando una bella forma alla pianta; non serve preoccuparsi del dove e come, perché le gemme che nasceranno in settembre riusciranno comunque a dare fiori l’anno dopo”, garantisce Rita Paoli. I fiori recisi con la potatura estiva si possono far essiccare per averli belli tutto l’anno, come spiegato di seguito.

8. Il trucco per far essiccare i fiori delle ortensie

Le infiorescenze si raccolgono alla fine della fioritura (da agosto a ottobre), quando cambiano colore e la loro consistenza, al tatto, risulta più spessa, come spiegato nel manuale Ortensie. Si taglia il ramo, si asportano le foglie dal gambo e si appendono i mazzi a testa in giù in un luogo asciutto e buio per almeno 20 giorni. In alternativa, possiamo goderci questi fiori in abitazione mettendoli in un vaso con 10 centimetri di acqua; quando il liquido verrà completamente assorbito, le ortensie saranno sicuramente essiccate.

9. Come gestire le ortensie di serra ricevute in regalo

In inverno e all’inizio della primavera vengono proposti sempre più spesso dei vasi di ortensie fatte fiorire in serra, come se fossero un mazzo di fiori. Un acquisto ad alto impatto ambientale che ovviamente sconsigliamo, però può capitare di ricevere in regalo una di queste piante “forzate” a sbocciare in pieno inverno. Queste ortensie di serra vanno trattate come fossero piante da appartamento fino all’inizio della primavera, tenendole in ambiente fresco (circa 18°C) e luminoso e annaffiandole con regolarità. Terminata la fioritura, potiamo drasticamente lasciando solo 2 o 3 coppie di nodi su ogni ramo, per incoraggiare la pianta a riprendere il suo ciclo naturale, quindi teniamo il vaso in un luogo fresco. In primavera, rinvasiamo, concimiamo e mettiamo la pianta fuori all’ombra.

Macrophylla sweet Fantasy

Macrophylla sweet Fantasy 

10. Come formare un alberello di ortensie

Spesso si trovano in vendita piante di ortensia a forma di alberello, ma per loro natura queste piante tenderanno a ramificare molto e tornare a cespuglio. Fanno eccezione le Hydrangea paniculata le quali riescono a mantenere la forma impostata e a svilupparsi come piccoli alberi, fino a 3-4 metri di altezza. Se vogliamo provarci noi, compriamo una pianta già ben formata e selezioniamo il ramo più robusto e regolare, lungo almeno un metro. Quindi, sempre in inverno dopo le gelate, eliminiamo tutti gli altri rami. Poi si affianca una canna di bambù al fusto principale, fissandolo con un legaccio elastico. In primavera, lasciamo crescere soltanto i germogli in cima al ramo eliminando quelli nati più in basso. Nel giro di due anni, potando come spiegato per le ortensie del secondo gruppo, riusciremo ad avere un alberello perfetto.



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[email protected] (Redazione di Green and Blue) , 2023-01-14 06:05:12 ,

www.repubblica.it

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Il post dal titolo: La potatura facile delle ortensie in 10 passi scitto da [email protected] (Redazione di Green and Blue) il 2023-01-14 06:05:12 , è apparso sul quotidiano online Repubblica.it > Green and blue

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